
STAZIONE DI RIPARTENZA
La Comunità di Barge riapre la Stazione e continua il suo il viaggio
Il progetto architettonico e urbanistico per il restauro della Stazione è accompagnato da un progetto culturale e sociale che intende richiamare gli abitanti e le imprese di Barge alla partecipazione diretta per la sua realizzazione. Stazione di Ripartenza si propone infatti come impresa della comunità.
La Stazione non sarà davvero riaperta, anche alla consegna delle chiavi da parte dei tecnici che l’avranno realizzata a opera d’arte, se a riceverle, insieme all’amministrazione comunale, non ci saranno anche gli abitanti, gli studenti, le imprese, gli uomini e le donne di Barge. Una comunità che riconosce una storia e intende consegnarla come valore e opportunità ai suoi figli. Il simbolo della partecipazione a una Terra che si vuole per sempre libera e sostenibile: con la sua resistenza, la sua fatica, i suoi prodotti, la sua creatività, la forza e le visioni dei suoi giovani. Quelli di Barge e quelli del mondo che si potranno incontrare insieme in Stazione. Sarà per loro e per tutte le persone e le comunità, dentro e fuori Barge, che vorranno parteciparne il sogno, adottandolo come luogo di un incontro pieno, autentico e democratico.
Sarà ancora il viaggio della mela – la nostra Renetta Grigia e le altre – che portavano con sé gli aromi delle nostre campagne e i canti di coloro che le lavoravano. L’estensione dei terreni, pieni del lavoro e della vita dei bargesi, era calcolata a giornata d’uomo. “Fin dagli anni ’20 dalle stazioni di Barge e Bagnolo partivano treni carichi di mele verso mercati italiani ed anche esteri. Ancora oggi, nel parlato comune, si utilizza, come unità di misura per le produzioni di frutta, il vagone, pari a cento quintali” (www.cavour.info).
Sarà ancora il viaggio della pietra, la giovane Luserna e la più antica Quarzite – detta Bargiolina – coltivata fin dal 1200 e nota a Leonardo da Vinci.
«Monbracho sopra Saluzo, sopra la certosa un miglio a piè di Monviso a una miniera di pietra faldata la quale biancha come marmo di carrara senza macule che è della durezza del porfido, odpiù delle quali il compare mio maestro benedetto scultore a impromesso donarmene una tabulletta x li colori. Adì 5 genaro 1511» (Leonardo da Vinci, tavoletta 1511).
Sarà ancora – ed è sempre stato – il viaggio delle persone che, con la Stazione, estendevano i confini di Barge fino a dove era necessario per la vita delle loro famiglie e della comunità intera.
Anche oggi le comunità rurali e montane italiane vivono stando al mondo con tutto ciò che hanno e che li può mettere in relazione culturale, sociale ed economica. Lo fanno le persone, particolarmente i giovani, per i loro sogni e le loro aspirazioni. Lo fanno le imprese per la loro competitività. Farlo insieme tiene bella e viva una comunità, rende più forte tutti coloro che la abitano e più riconoscibili i suoi prodotti, propone in modo più attraente il suo territorio per chi può raggiungerlo e viverci per un giorno, una stagione o la vita intera.
Barge riapre la sua Stazione perché sia luogo della memoria, di come i Bargesi hanno attraversato il tempo passato, di come possono essere quello futuro.
La Stazione restaurata sarà bella come la sua gente, la sua comunità, la sua terra. La Stazione riaperta sarà storia raccontata e raccolta, da persona a persona. La Stazione, collegata al paese e al territorio, fino al Monte Bracco e alle sue cave, sarà punto di partenza e di ritorno per itinerari culturali e turistici di storia, cultura ed emozione. La Stazione, attrezzata con le più attuali tecnologie di collegamento sarà luogo di comunicazione con il mondo, dentro ai flussi immateriali e veloci nei quali occorre rappresentare Barge, renderla conoscibile, farla parlare e dialogare. La Stazione, simbolo di un territorio laborioso, autentico e buono, sarà brand utile e attraente per le sue attività produttive e commerciali. La Stazione, con la sua gente e tutta quella che vorrà provare l’emozione di raggiungerla, sarà comunità, luogo e impresa. Ognuno di noi potrà esserne abitante, cittadino e socio.

Maria rovano: una protagonista delle terre resistenti
LA STAZIONE FERROVIARIA
La Stazione ferroviaria di Barge, inaugurata nel 1885 e dismessa nel 1984, ha rappresentato, per molti anni, il punto di partenza e arrivo per i collegamenti diretti con Pinerolo e Torino. È testimonianza materiale di molti eventi che hanno segnato la storia della Resistenza, fra cui i giorni del 10 settembre 1943, quando giunsero a Barge i fondatori della prima Brigata Garibaldi del Piemonte Occidentale, e del 1 luglio 1944, data dell’incendio del centro abitato appiccato dalle truppe tedesche, con il raduno forzato degli abitanti nella piazza antistante.
Costruita nell’ultimo quarto dell’Ottocento su progetto dell’ingegnere Vincenzo Soldati, la Stazione risulta in funzione fino al 1984, quando viene ufficialmente dismessa. Oggi, sullo spazio un tempo occupato dalle rotaie si trova un edifico scolastico, sede della succursale dell’Istituto Alberghiero di Mondovì.
il viaggio delle persone
barge, terra di emigrazione e immigrazione
Da sempre luogo di incontri, crocevia di arrivi e partenze, la Stazione ferroviaria di Barge ha rappresentato prima il punto di partenza per la popolazione emigrata verso l’Argentina, poi, solamente a livello simbolico, il punto di arrivo per la comunità cinese.


il viaggio della mela
la grigia di torriana
Questa mela prende il nome da una frazione di Barge (Cn), dove a fine ‘800 veniva prodotta ed esportata in grandi quantità. Verso gli anni ’60 è però abbandonata, colpevole di essere grigia in un’epoca in cui le mele devono essere belle e vivaci. Regina delle mele da cuocere in forno, la Grigia di Torriana è tondeggiante e leggermente schiacciata, presenta una buccia di colore giallo ruggine (era soprannominata “pum rusnent”, che in dialetto piemontese significa “mela arrugginita”) ed è caratterizzata da una polpa soda e dolcissima.
la comunita' slow food locale
dal bracco al viso
Associazione nata per valorizzare le materie prime del territorio.

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In questi venti mesi queste creature han fatto cose strabilianti, senza mai chiedere niente. Ecco, l’han fatto non per una posizione politica: la maggior parte non sapeva neanche esattamente dov’era la Russia e chi fossero gli Alleati . L’han fatto per un motivo esclusivamente umano o, se volete salire un po’ più su, diciamo morale […]. E han scelto non perché la nostra parte si pensava fosse poi la vincitrice, ma perché, pur qualche volta compiendo una qualche ingiustizia, eravamo un po’ più nella giustizia.
Felice Luigi Burdino, Comandante Balestrieri I
